Per favore, adesso non rimpiangiamo Theo Hernandez – di Alessio Bosco

C’era una volta un attaccante ucraino chiamato Andriy Shevchenko. Arrivò dalla Dinamo Kiev al Milan dopo aver fatto vedere tutto il suo talento, poi esploso definitivamente con la maglia rossonera. Era il primo a cominciare l’allenamento e l’ultimo a rientrare negli spogliatoi per la doccia. Lo si amava per la sua professionalità, ma fu ceduto al Chelsea e il Milan andò avanti.

C’era una volta un trequartista atipico brasiliano chiamato Kakà. Quando arrivò al Milan nessuno gli dava una lira. Viso pulito, un bambino angelico, ma con la maglia rossonera ha compiuto magie. Lo si amava per la sua educazione, per l’impegno che ci metteva, ma fu ceduto al Real Madrid e il Milan andò avanti.

E c’era una volta un terzino sinistro chiamato Theo Hernandez. È in procinto di lasciare il Milan, direzione Al-Hilal, ed avendo anche lui compiuto magie – senza essere ricordato, però, come un esempio di professionalità – vi posso assicurare che il Milan andrà avanti.

La cessione di Theo Hernandez sta risvegliando un po’ l’ipocrisia di certi tifosi ed addetti ai lavori di fede rossonera. Ci si interroga se la cessione di “Treno” sia un errore. Ci si domanda se la società potesse gestire meglio il calciatore. Ci si chiede se troveremo mai un terzino forte o  più forte dell’ormai ex numero 19 milanista. Domande legittime ma che trovo fuorvianti, per l’appunto ipocrite, perché veniamo da un annetto circa di critiche, dubbi e domande non sul potenziale tecnico del calciatore, ma sull’impegno e la professionalità viste in campo.

Theo ha vissuto, negli ultimi tempi, una parabola discendente in termini di attenzione e di voglia. Giocava svogliato: un atteggiamento superficiale non da Milan, perché il Milan deve ripartire proprio dalla voglia, dal milanismo. E questo non dobbiamo dimenticarlo. Purtroppo tendiamo a dimenticare, trasformando la mancata memoria in parole attira click che aizzano inutili veleni solo per far rumore.

La verità è che Theo, da tempo, era nella lista cessioni, e sono stati i mancati accordi a trattenerlo a Milano. Probabilmente pretendeva tanto il terzino in termini contrattuali, oppure le destinazioni non erano gradite. Fatto sta che sembra si sia convinto della destinazione araba, luogo dove il suo conto in banca verrà felicemente rimpolpato da quintali di petroldollari, e lui ne sarà felice. Anche il Milan sarà felice, perché i 25/30 milioni di euro per la cessione sono tanta roba ad un anno di scadenza del contratto. Invece no, si mette in dubbio l’operato della dirigenza rossonera, dimenticando/omettendo il fiume di critiche a Hernandez che ci hanno accompagnato per mesi e mesi. Tutto questo la chiamo ipocrisia.

Per favore, adesso non rimpiangiamo Theo Hernandez. Come professionista non era né Shevchenko né Kakà. E state tranquilli che il Milan andrà avanti lo stesso…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *